Il naming è una tra le più interessanti attività di copywriting. E probabilmente è anche una delle più difficili. La creatività, oltre a essere legata al brief, naturalmente, deve tener conto di tanti fattori diversi: dal suono alla brevità, dalla pronunciabilità al potenziale grafico, fino agli aspetti legali. In questo articolo vogliamo esplorare assieme a te diverse tipologie di brand name.
Nomi descrittivi e nomi evocativi
Quando si parla di naming, la prima macro-categorizzazione è questa: nomi descrittivi e nomi evocativi. Quali sono le differenze? I primi sono legati alle qualità fisiche e/o funzionali dell’offerta; i secondi, invece, hanno a che fare con l’universo simbolico dell’offerta. I primi sono più immediati; i secondi sono più distintivi. Facciamo subito degli esempi.
Se tu non conoscessi i brand Scalapay, Winelivery e Vueling, potresti comunque facilmente intuire che stiamo parlando rispettivamente di un sistema di pagamento, di consegne a domicilio di vino e di una compagnia aerea. Al contrario, è difficile decifrare nomi come TikTok, Yamamay e Pandora: sarà la comunicazione dei brand a dare significato a queste parole. Tuttavia, il loro suono e la loro forma trasmettono già delle sensazioni, suggeriscono delle associazioni. La parola “tiktok”, per esempio, ci fa pensare alla velocità; la parola “pandora” ci riporta alla mitologia.
I neologismi
Una specifica sottocategoria di brand name è quella dei neologismi. Un neologismo può derivare da alterazioni di parole (come Huggies, dal sostantivo inglese “hugs”, ovvero “abbracci”); si può anche partire da un sostantivo o un aggettivo a cui si aggiunge un prefisso o un suffisso:
- Nutella da “nut” (nocciola in inglese) + “ella”
- LinkedIn da “linked” (collegato) + “in”
Un altro processo di formazione di un neologismo vede l’incontro e la fusione di due o più parole:
- Lego da “leg” + “godt” (“gioca bene” in danese)
- Volkswagen da “volk” + “wagen” (“popolo” e “auto” in tedesco)
- Skype da “sky” + “peer-to-peer” (“da pari a pari”)
I nomi “sonori”
Ci sono nomi che più di altri sono legati al suono, perché formati attraverso figure retoriche come l’onomatopea o l’allitterazione:
- Tic Tac
- BlaBlaCar
- Schweppes
- Crik Crok
- Chupa Chups
- KitKat
- Zoom
Nomi… cognomi
Quando un brand è fortemente legato a una persona, il cognome di quella persona (a volte sia il nome che il cognome) diventa il brand name. Accade spesso nel settore della moda, dove il brand è legato allo/alla stilista che l’ha fondato, e nel settore automobilistico. Così abbiamo, per esempio:
- Chanel
- Trussardi
- Cavalli
- Armani
- Dolce&Gabbana
- Ford
- Renault
- Honda
- Citroën
I toponimi
I toponimi, ovvero i nomi propri di luoghi geografici, possono essere legati al luogo di origine del brand oppure a luoghi simbolici:
- Philadelphia
- S. Pellegrino
- Evian
- Columbia
- Amazon
- Montblanc
- Patagonia
Bene. Abbiamo visto assieme diverse tipologie di brand name. Ma come si arriva a creare un nome? No, la creatività non basta. Per questo, nel programma di Copy42 ADV abbiamo inserito una lezione tutta dedicata al brand naming.
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