Prendi 10 aziende e poni a ciascuna di loro questa domanda: “Cosa vuol dire ‘sito web efficiente’?”.
Le risposte che otterrai saranno più o meno simili a questa: “Un sito web efficiente è un sito che converte”. Logico, no? Il problema è che non sempre le idee sono altrettanto chiare quando si tratta di rispondere a quest’altra domanda: “Com’è fatto un sito web che converte?”.
Qui proveremo a rispondere mettendo nero su bianco alcuni princìpi che dovrebbero essere chiari quantomeno agli addetti ai lavori. E con “addetti ai lavori” non ci riferiamo solo a web designer, SEO, UX designer, ma anche a chi si occupa di progettare e scrivere contenuti per i siti web, dunque ai/alle digital copywriter e content writer.
I pilastri del web design
Immaginiamo di dover progettare una casa: la prima cosa che dobbiamo capire è quali sono i bisogni di chi deve abitarla; poi dobbiamo preoccuparci di garantire agli inquilini un’esperienza di vita domestica positiva; infine, vorremo dare al progetto un’impronta unica basandoci sui valori che condividiamo con chi ci ha scelto.
Sai di cosa abbiamo appena parlato? Di SEO e analytics, di UX design, di branding. Quando si progetta un sito web, in effetti, sono questi i principali ambiti di ricerca su cui dovremmo soffermarci per mettere in connessione gli obiettivi di business del committente con i bisogni delle persone che fanno parte del suo pubblico attraverso i giusti contenuti – giusti a livello di caratteristiche, struttura e organizzazione.
Un sito web può diventare efficiente e, quindi, convertire se e solo se avremo definito a monte obiettivi di business, bisogni delle persone e contenuti.
Tutto questo deve indurci a fare una prima considerazione anche su ciò che non è un sito web efficiente: non è un sito web bello da vedere.
L’ABC della progettazione di un sito web
A di Azienda
Come definire gli obiettivi di business da riversare nel nostro progetto? Dobbiamo studiare il contesto da cui ci arriva la richiesta: l’azienda. Lo facciamo attraverso un brief che ci informi su tutti gli aspetti fondamentali: la sua identità, la sua storia, il suo modello di business, la sua offerta, il suo target, gli elementi connessi al brand (vision, valori, tono di voce…), gli obiettivi aziendali da raggiungere attraverso il sito, i dati che possono avere una rilevanza per il progetto (per esempio quelli provenienti da Google Analytics).
B di Bisogni
Come definire i bisogni delle persone che vogliamo raggiungere attraverso il sito? Dobbiamo conoscerle, quelle persone. Continuiamo il nostro dialogo con l’azienda ed entriamo in contatto con risorse provenienti da vari reparti dell’organizzazione, dal management fino all’assistenza post-vendita, e chiediamo loro di darci informazioni sui clienti: attraverso quali canali arrivano? Quali sono i loro obiettivi? Quali sono i loro dubbi? Quali i vantaggi che si aspettano di ottenere? Se possibile, l’ideale sarebbe anche parlare direttamente con i clienti e capire come si è svolta la loro customer journey, quali criticità hanno incontrato, quali elementi hanno apprezzato. Tutto questo ci aiuterà a definire le personas del progetto.
C di Contenuti
Con quali contenuti connetteremo obiettivi di business e bisogni delle persone? È tempo di analizzare le ricerche che le persone fanno sul web. In base a queste definiremo quali sono i contenuti-chiave del sito e quali dovranno essere le loro caratteristiche e la loro struttura.
Se il progetto è un re-design del sito, la prima operazione da fare è capire cosa c’è già (content inventory) e definire cosa eliminare, cosa aggiornare, cosa tenere.
Solo dopo aver percorso tutta questa strada possiamo metterci al lavoro sulla progettazione del sito web con la consapevolezza di avere tutte le carte in regola per trasformarlo in un sito web efficiente: un sito web che converte.
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