Di’ la verità: quando pensi a un copy extra long ti viene in mente Sandra Mondaini col suo “Che barba, che noia”. Quante volte i clienti, quando proponi loro articoli lunghi ti dicono: “Oddio, non è che con un articolo da 600 parole poi il lettore si addormenta?”. Siamo infatti sempre più soliti associare i contenuti sostanziosi a un senso di noia. Abbiamo poco tempo, leggiamo in maniera approssimativa, corriamo in ogni cosa che facciamo. Quindi chi mai ha tempo di leggere un post lungo, lungo, lungo come quello che stai leggendo tu?
Ma, c’è un ma. C’è che se tutti parlano della stessa cosa, nessuno sta dicendo qualcosa di nuovo; se tutti scrivono post di 250 parole, nessuno si sta distinguendo davvero grazie a un format differente; se sfogliando le riviste tutti gli spazi pubblicitari sono 80% visual e 20% copy, nessun brand sta davvero emergendo rispetto a un altro.
Ma per essere diversi, dobbiamo provare a distinguerci. Ok il micro copywriting, laddove necessario (call to action, Twitter, Instagram stories, etc.). Ma ok anche al copywriting XXL. Purché fatto come si deve.
Ecco. In questo articolo parliamo di loro: i tanto bistrattati long copy. Testi lunghi, a volte lunghissimi. Ma non per questo meno efficaci.
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